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Chiesa Parrocchiale Pievana di San Maurizio Martire

È situata nel centro dell'abitato in Località Chiesa, lungo la strada provinciale. Edificata tra il 1769 e il 1777, sostituisce l'antica chiesa parrocchiale che sorgeva con diverso orientamento, ma nello stesso sito, lungo l'antica strada regia che collegava Varallo all'alta valle.
Del precedente edificio rimane oggi soltanto il vetusto campanile.
L'esterno, in pietra a vista richiama uno stile tardobarocco, mentre all'interno conserva preziose opere di interesse artistico e storico.


Descrizione

Appena discosta dal piccolo centro dell'abitato in località "Chiesa", lungo la strada provinciale che conduce da Varallo ad Alagna, si incontra la maestosa fabbrica in pietra della Chiesa Parrocchiale, più correttamente Pievana, dedicata al Santo Martire Maurizio. Già parrocchia autonoma, staccatasi da Varallo nel 1585, la chiesa “vecchia” – che sorgeva con diverso orientamento, ma nello stesso sito, lungo l'antica strada regia che collegava con l’alta valle probabilmente in stile tardo-romanico – venne sostituita con l'edificio attuale, edificato tra il 1769 e il 1777. Del precedente edificio, da riconoscere come una delle “decem parochialibus” dipendenti da Varallo citate nel Trecentesco “Liber Estimi Cleri Civitatis Novariae et Episcopatus”, rimane oggi soltanto il vetusto campanile, quasi addossato alla facciata del nuovo edificio. Va detto, a questo proposito, che ne fu progettato anche uno nuovo – il disegno/progetto si trova presso l’Archivio di Stato di Varallo – ma non fu mai realizzato. L'imponente facciata in pietra a vista, che facilmente si sarebbe dovuta immaginare completata da una serie di decorazioni che si richiamassero ad uno stile tardobarocco, seppure con lineamenti molto semplici conferisce all’insieme un tono di austera solennità, arricchito dall’affresco sopra il portale raffigurante San Maurizio a cavallo.

Girolamo Lana, nella sua Guida ad una gita entro la Valle Sesia del 1840 scrive: “La chiesa parrocchiale è una vasta fabbrica di una sola nave riedificata verso la metà dello scorso secolo, e che macchinosa si rappresenta in un pianerotto attiguo alla strada provinciale. Il suo maestoso presbiterio, con vago disegno lastricato di marmo, e recinto da belle balaustre, s’addirebbe ad una basilica.” L’interno, ad unica navata sulla quale si aprono le cappelle laterali, si presenta luminoso ed armonioso per la completezza decorativa e la vastità degli spazi, in parte reali ed in parte illusionistici. La chiesa conserva anche preziose opere artistiche tra le quali si possono ricordare: l’antica pala d'altare dipinta su legno, risalente al 1567, raffigurante la Madonna con il Bambino e i Santi Maurizio e Marco, probabile opera ascrivibile alla bottega dei Cavallazzi; le dodici tele collocate sulle pareti del presbiterio con le storie della vita di Maria del pittore Luigi Realis (1062 – 1660 ca.); diversi affreschi e decorazioni di Antonio Orgiazzi il Vecchio (Varallo, 1709 – 1788) e di Rocco Orgiazzi (1742 – 1798), autori anche dell’illusionistica decorazione prospettica della cupola al centro della navata, terminata nel 1775; molteplici arredi e reliquiari, candelabri e paramenti liturgici di grande pregio.

Nella prima cappella a sinistra è collocato un dipinto del XVIII secolo, di autore anonimo, raffigurante la Beata Panacea, Santa Lucia e i Santi Apostoli Pietro e Paolo, titolari dell’altare. Di fronte invece il dipinto raffigurante la Vergine con i Santi Fabiano e Sebastiano, opera realizzata nel 1833 da Giuseppe Dedominici (1758 – 1840), probabile autore anche degli sfondi prospettici delle due cappelle, di fatto tra loro simmetriche, e del sontuoso stendardo processionale raffigurante da un lato il patrono San Maurizio e dall’altro la Vergine del Rosario.

Terminano l’insieme, quasi addossandosi all’ampio presbiterio, le Cappelle del Santissimo Crocifisso, a sinistra, e della Madonna del Rosario, a destra. Proprio nell’abside è segnata la data di termine dei lavori decorativi, 1777, ad opera di Giovanni Antonio Caldelli (Brissago 1721 – 1790), celebre decoratore e abile quadraturista svizzero la cui opera, se si esclude questo caso, non è ad oggi documentata in Valsesia. Completa l’insieme il coro ligneo, proveniente dal soppresso monastero delle Orsoline di Varallo e qui collocato all’inizio del XIX secolo.

Una speciale menzione merita infine il grande organo a canne, opera del 1867 dei fratelli Pietro e Lorenzo Bernasconi di Varese, inaugurato per il primo centenario di edificazione della nuova chiesa, brillante esempio di strumento sinfonico orchestrale del tardo Ottocento italiano a trasmissione integralmente meccanica: è dotato di una tastiera, con pedaliera a leggio, composto da 31 registri reali oltre a campanelli, terza mano, rullante, sistro, timpani e gran cassa.

Grazie al generoso sostegno di diverse persone, ed in particolare al lascito della Signora Sofia Aresi Tavecchia, nonché alla ferma volontà dell'allora pievano Don Luigi Pozzi, dal 2000 al 2008 l’edificio è stato sottoposto ad un completo ed integrale restauro che lo ha riportato all’antico splendore, conferendo unitarietà all’insieme e permettendo oggi una conservazione e una protezione idonee a questo importante monumento, da sempre centro della vita religiosa, civile e sociale della comunità vocchese.

Modalità di Accesso

Accesso libero durante le funzioni religiose

Dove

Localita' Chiesa, 1 - 13020

Contatti

Telefono: 0163.294451

Orari di Apertura

La chiesa è visitabile su prenotazione o durante le aperture in occasione di funzioni religiose.

Pagina aggiornata il 21/03/2024 11:51:00

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